Ο παγκοσμοποιημένος καπιταλισμός βλάπτει σοβαρά την υγεία σας.
Il capitalismo globalizzato nuoce gravemente alla salute....
.... e puo' indurre, nei soggetti piu' deboli, alterazioni della vista e dell'udito, con tendenza all'apatia e la graduale perdita di coscienza ...

(di classe) :-))

Francobolllo

Francobollo.
Sarà un caso, ma adesso che si respira nuovamente aria fetida di destra smoderata e becera la polizia torna a picchiare la gente onesta.


Europa, SVEGLIA !!

Europa, SVEGLIA !!

sabato 3 luglio 2010

Forum Sociale Europeo. Le donne invadono Istanbul con le loro lotte.


02/07/2010 16:02 di Monica Di Sisto, dalla Liberazione

Al via, con la Marcia mondiale delle donne, la sesta edizione del Fse che dalla Turchia guarda a oriente.
Istanbul - La piazza Taksim, il salotto buono della Istanbul che guarda a occidente, sembrava popolata della solita calca affaccendata.
Giovani in camicia e valigetta di ritorno dal lavoro, ragazze in chiacchiere, i bar affacciati lungo la strada raccolti intorno al te del tardo pomeriggio. Sono scivolate con la forza del vento che dal Bosforo risale i vicoli e taglia la città.

venerdì 2 luglio 2010

I pensionati e i sommersi


Dal blog di Beppe Grillo
L'Italia di Mussolini aveva otto milioni di baionette, l'Italia del nuovo millennio ha 17 milioni di pensionati. Per andare in pensione sarà necessario aspettare la loro dipartita di massa. Chi lavora (o cerca un lavoro) vede l'asticella alzarsi, 35/40 anni e forse più di contributi. In pratica, un ragazzo di venti o trent'anni in pensione non ci andrà mai. Lavorare 40 anni ininterrottamente con un posto fisso e il versamento mensile all'INPS dei contributi è come vincere al Superenalotto.
Il Paese è diviso in due classi: i pensionati e i sommersi. Sommersi perché precari, in nero, disoccupati, sottopagati, licenziati. Perché la loro pensione è un miraggio sociale. Le pensioni rappresentano il vero "class divide" italiano.

Le scimmie del capitalismo impazzito

Da megachip.info
Scritto da Giulietto Chiesa Mercoledì 30 Giugno
Questo articolo comparirà su «La Voce delle Voci» - luglio 2010.
Di Pomigliano dovremo parlare a lungo. Anzi, più che parlarne, su questa trincea dovremo combattere.
Perché questo è l’inizio di unasvolta epocale, in cui chi comanda cerca di imporre le sue nuoveregole alla società intera.Regole di una nuova guerra di classe.Regole di un potere che traballa, senza prospettive e destino, ma cheper questo diventa feroce e pronto a tutto.
Noi, che stiamo dalla parte di chi subisce la violenza, abbiamo perduto. Se ti costringono, con la pistola alla tempia, a sceglieretra il vivere e il morire, l’esito è scontato.
Ma a Pomigliano l’esito non è stato così scontato.
Se si misura l’enormità del ricatto e dell’offesa inferta ai lavoratori; se si misura il tradimento di quasi tutte le centrali sindacali; se si misura l’assenza, l’insulso balbettamento del PD, quando non i decibel scomposti dei peana innalzati a Marchionne daimaggiordomi torinesi Fassino e Chiamparino; se si misura la praticamente unanime azione del mainstream televisivo e giornalisticoa sostegno del padrone e/o del governo: se si misura tutto questo, allora il risultato ottenuto dalla caparbia resistenza della FIOM assume dimensioni straordinarie.

Le lezioni della storia, dimenticate ancora una volta

30/06/2010 di John King* in Controlacrisi
- Articolo in sostegno della "Lettera degli economisti" (www.economiaepolitica.it)
Un professore di economia politica sta concedendo una intervista radiofonica sulla grave situazione che il suo paese si trova a fronteggiare. È necessario incoraggiare la spesa dei consumatori, egli afferma, al fine di sostenere la produzione e l’occupazione. Se la società, al contrario, cerca di risparmiare maggiormente, il risultato sarà una caduta del reddito e una riduzione del risparmio. Questo è il “paradosso della parsimonia”.

La trasmissione ebbe luogo in Norvegia nel 1932, e l’intervistato era Ragnar Frisch, il quale nel 1969 avrebbe diviso il primo premio Nobel per l’economia con l’econometrista olandese Jan Tinbergen. L’argomentazione di Frisch è stata recentemente rievocata, con apprezzamento, da un altro premio Nobel, l’americano Lawrence Klein (2006, p. 171).

I falsi miti del social - liberismo.

30/06/2010 di Francesco Macheda* in Controlacrisi
Il recente rapporto della Banca d’Italia sulle tendenze nel sistema produttivo del nostro paese e la manovra finanziaria con la quale la maggioranza di governo si accinge a scaricare i costi della crisi sui lavoratori mettono a dura prova il nocciolo della proposta social-liberale – la ‘terza via’ tra keynesismo e ultra-liberismo – secondo cui la crescita economica passerebbe attraverso l’eliminazione delle rigidità dell’offerta di lavoro, inserita tuttavia all’interno di una cornice regolatoria che non pregiudichi la coesione sociale (Bachet et al. 2001: 144).

Più nello specifico, la selezione meritocratica, coniugata a comportamenti socialmente responsabili delle imprese volti a stimolare il ‘lavoratore ad una più alta qualità e partecipazione’ (Bellofiore 2004a) – innalzando così la produttività – eleverebbe la profittabilità aziendale.

La ricchezza così creata verrebbe infine redistribuita ai lavoratori mediante l’intervento della politica economica[1].

Tralasciando le implicazioni politiche di tale teoria[2] – che comunque ‘non contrastano affatto le tendenze del capitalismo contemporaneo’ (Bellofiore e Halevi 2007: 13) – ciò che qui interessa è analizzare come

a) la scarsità di pratiche meritocratiche sia un tratto necessario alla riproduzione egemonica della classe capitalista italiana, data l’arretratezza della struttura produttiva del paese, e

b) le crisi facciano cadere nel dimenticatoio ogni velleità di responsabilità sociale non appena le imprese si trovano a dover scegliere tra la dura legge dei libri contabili e il benessere dei lavoratori.
1. I particolari criteri meritocratici dell’imprenditoria italiana. Secondo la dottrina social-liberale, l’adozione di criteri meritocratici nella scelta dei lavoratori avrebbe il vantaggio di coniugare equità sociale a crescita economica poiché, oltre a premiare coloro dotati di abilità di partenza più elevate – potenziate dall’impegno quotidiano – impedirebbe a monte che gli individui meno produttivi possano mischiarsi a quelli più produttivi.

mercoledì 30 giugno 2010

L'Italia allo specchio

di Beppe Grillo
Dell'Utri è stato condannato a 7 anni in appello, è da tempo senatore per non finire in galera (nominato dallo psiconano e non eletto dai cittadini). Il prossimo grado di giudizio (la Cassazione) non deciderà nel merito, ma solo nella forma.
Quindi, nel merito, Dell'Utri è colpevole secondo la Giustizia italiana. Se Dell'Utri rimane in libertà e percepisce lo stipendio e i benefit da parlamentare e il popolo italiano non fa una piega, allora ha ragione Marcello, fondatore, allenatore e suggeritore di Forza Italia, a definire eroe il pluriomicida Mangano.
E ha ragione anche Berlusconi a definirci coglioni, e Minchiolini a fare telegiornali sull'assoluzione di Dell'Utri. Per una questione di equità, tutti i carcerati che stanno scontando una pena per condanne fino a 7 anni devono essere rilasciati.

Napolitano ha compiuto 85 .... firme.

martedì 29 giugno 2010

Tutti in coro: Noi 20, la crisi non la paghiamo

Brancher: telepatia da San Vittore.


di Marco Travaglio in Passaparola.
Buongiorno a tutti, dopo la debacle della nazionale, sapete che la nazionale non picchia mai un chiodo quando Governa Berlusconi, bisognerebbe cominciare a domandarsi quale serie innumerevoli di catastrofi capitino sull’Italia e sul mondo quando governa questo signore che è l’unico a portare bene a sé stesso e male a tutti gli altri. Di solito a uno porta bene e a un altro porta male, lui porta bene a sé stesso e porta male a tutti gli altri. Ha cominciato a portare male anche ai suoi più stretti collaboratori, pensate i disastri che sono capitati nell’ultimo periodo ai suoi fedelissimi da Scajola, a Bertolaso, a Matteoli, a Lunardi, adesso c’è il caso dell’ex sottosegretario Brancher promosso Ministro alla vigilia del suo processo per i soldi che dice di avergli dato Fiorani per creare una lobby favorevole ai furbetti del quartierino e al Governatore Fazio nel 2005, 5 anni fa e immediatamente, ovviamente il neoMinistro ha utilizzato il legittimo impedimento che è automatico, autocertificato con una dichiarazione della Presidenza del Consiglio con l’obbligo per i giudici di tenerne conto e è un legittimo impedimento che può durare per 6 mesi prorogabili due volte, quindi per un totale di 18 mesi.

La via d'uscita? L'uomo artigiano.


di Paolo Gerbaudo in Controlacrisi
«Sono convinto che la crisi riesploderà presto, perché le sue cause strutturali non sono state affrontate». Richard Sennett, professore emerito di sociologia alla London school of economics e celebre studioso del «nuovo capitalismo» e del lavoro flessibile non è ottimista. «I politici non hanno capito che il capitalismo finanziario è inerentemente distruttivo, e sembrano paralizzati» denuncia Sennett. A pagare le conseguenze dell'inerzia delle classi dirigenti sono i lavoratori, che vivono un ulteriore aggravamento della situazione di incertezza introdotta con la flessibilità. Secondo Sennett, di cui in Italia sono stati pubblicati tra gli altri «La cultura del nuovo capitalismo», «L'uomo flessibile e l'uomo artigiano», e che presto manderà alle stampe «Cooperation and coalition» (sull'evoluzione del rapporto tra stato, capitale e lavoro) per curare l'economia dagli effetti destabilizzanti del capitalismo finanziario bisogna puntare sul settore manifatturiero, tornando a produrre cose e a valorizzare il «saper fare» dei lavoratori.

lunedì 28 giugno 2010

La lezione di Pomigliano: il centrosinistra non può genuflettersi davanti al fascismo.

28-06-2010

di Luigi de Magistris in domaniarcoiris

Sto con la Fiom nella lotta per Pomigliano. Dall’inizio, da prima che vi fosse l’esito del referendum farsa. Il lavoro è un diritto inviolabile, non è comprimibile. Non è morale, prima ancora che illegittimo, chiedere a un operaio di rinunciare ai suoi diritti per conservare quello al lavoro. E’ un ricatto, ai limiti dell’estorsione. Un ricatto di chi detiene il capitale ai danni dell’occupazione, con un Governo che invece di mediare è il vero propulsore dello smantellamento dello stato sociale di diritto.

E' fascismo democratico bellezza.

di Luigi de Magistris - preso dal suo blog QUI
Si può organizzare un golpe schierando l’esercito e in un solo giorno conquistare il potere per instaurare un regime, azzerando la dialettica parlamentare e gli equilibri democratici e spargendo, anche, sangue civile innocente. Dal ‘900 al secolo contemporaneo, da Hitler a Pinochet fino a Mugabe: la storia è costellata di colpi di stato in tutto il mondo. Berlusconi ci insegna, invece, che si può realizzare un golpe emendamento dopo emendamento, decreto legge dopo decreto legge, Consiglio dei ministri dopo consiglio dei ministri. Usando lo strumento della legge ordinaria, piegata ai propri interessi e ai propri fini, si può erodere la Costituzione e intaccare la democrazia, senza spargimento di sangue e senza militari nelle strade. E’ un modo moderno, occidentale, silenzioso, diciamo anche apparentemente innocuo e più sicuro per chi lo attua.

domenica 27 giugno 2010

Il G20 per i miliardari


di Pietro Ancona in MedioevoSociale

Effetto positivo dello scatenamento degli animals spirits del capitalismo che usano finanza, commercio e guerre per fare arricchire a dismisura la casta dei miliardari è la riscoperta del marxismo, del socialismo ed anche delle esperienze concrete del comunismo nei paesi nei quali si è realizzato.
Il G20 riunito in Canada ed isolato dal mondo da uno scandaloso apparato di sicurezza costato oltre un miliardo di dollari ci fa sapere che nei prossimi due anni (?) si dovranno dimezzare i deficit statali, che la guerra in Afghanistan potrà durare altri cinque anni, che è assai probabile una aggressione di Israele all'Iran e che nessuna misura seria sarà presa per tagliare gli artigli agli speculatori della finanza, ai pirati che hanno messo in ginocchio il mondo intero inondandolo di titoli fasulli per migliaia di miliardi di euro.

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